Nel mercato dell’auto, il motore ibrido è ormai più che una realtà: è una valida ed ecologica alternativa alle motorizzazioni 100% termiche. Avere un’auto ibrida significa disporre di una vettura con due motori: uno termico, che può essere alimentato a benzina oppure, più raramente, a gasolio e uno elettrico. La compresenza delle due alimentazioni fa sì che l’auto ibrida sia:

  • più ecologica, poiché il motore elettrico coadiuva quello termico riducendo i consumi e quindi le emissioni;
  • più economica, poiché l’azione del motore elettrico permette minori consumi di carburante come, ad esempio, durante le ripartenze da fermo.

Scopri in questo articolo quale auto ibrida usata scegliere.

Diverse tipologie di Hybrid

Sul mercato, oggi, sono disponibili diverse varianti di vetture:

  • auto Mild Hybrid
  • auto Full Hybrid
  • auto Plug-In Hybrid

Mild Hybrid

Categoria che possiamo considerare quasi come entry – level per chi desidera approcciare all’Ibrido, le Mild Hybrid sono tutte quelle vetture che possiedono un motore elettrico che entra in funzione esclusivamente in alcune fasi come l’accensione e la marcia a velocità ridotta.

Nel 2020 l’offerta di auto mild-hybrid è ricca e non è più esclusivo appannaggio delle motorizzazioni a benzina. È infatti disponibile anche su alcune vetture alimentate a gasolio come Kia Sportage e Audi SQ5 TDI. Fra i modelli di auto Mild Hybrid 2020 ci sono anche le appena presentate Fiat 500 e Panda Hybrid.

Full Hybrid

Le vetture Full Hybrid sono in grado di sfruttare il motore elettrico sia in autonomia sia in sinergia con il motore termico. Il motore elettrico, ricaricato durante la fase di decelerazione dell’auto e grazie all’intervento del motore termico, permette di procedere anche senza l’intervento del propulsore principale.

La tecnologia Full Hybrid è stata scelta da numerose case costruttrici, prima fra tutte Toyota e Lexus ma oggi adottata anche da BMW, Mercedes, Hyundai e molte altre.

Plug-In Hybrid

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Sono delle vetture Full Hybrid con batterie molto più potenti (fra 1 e 8 kWh), ricaricabili tramite una presa di corrente (da qui la denominazione Plug-In). La capienza della batteria fa sì che le auto Plug-In possano percorrere all’incirca 50 km in puro elettrico. Per raggiungere la massima carica della batteria è appunto necessaria una ricarica tramite presa di corrente, ma per ricariche parziali interviene anche la decelerazione del veicolo e il motore termico, proprio come una Full-Hybrid.

La tecnologia Plug-In è adottata anch’essa da numerose case costruttrici: Audi, BMW, Hyundai, Kia, Porsche, Volkswagen e Volvo.

La città: l’ambiente ideale per un Ibrido

Non c’è dubbio che la motorizzazione Ibrida sia d’aiuto per limitare i consumi e di conseguenza la spesa per il pieno: alcune Ibride sono addirittura in grado di garantire percorrenze superiori ai diesel. Vi è però una situazione in cui l’Ibrido è in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale: la città. Le continue accelerazioni e decelerazioni, tipiche del contesto urbano, ricaricano la batteria; il motore ibrido permette di contenere le emissioni garantendo l’ingresso anche nelle zone in cui è interdetto ai motori termici 100% e a velocità contenute garantisce maggiore efficienza.

Ibrido oppure elettrico?

Pensando al motore ibrido non si può non pensare anche all’elettrico 100%. Se vi sono alcuni vantaggi, come le emissioni di inquinanti pari a zero, l’abbattimento dell’inquinamento acustico e maggiori performance in accelerazione, vi sono evidenti problematiche legate all’autonomia. Una vettura elettrica non è oggi ancora in grado di garantire le medesime percorrenze di una con motore termico e i tempi di ricarica medi, ancora elevati, non possono competere con la praticità d’uso di un’auto tradizionale/Ibrida.

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